Io e la resina: amore a prima vista!

Spesso mi viene chiesto: <>, <>. Sì perché la resina è solitamente conosciuta più per l’uso tecnico che se ne fa, soprattutto nell’architettura d’interni.

Io ho scelto che sarebbe diventato l’elemento principale delle mie creazioni artistiche e così, con lei, ho sperimentato diverse tecniche… ognuna di queste rispecchia parti di me!

In questo articolo mi piacerebbe poter rispondere alle domande più frequenti sul mio lavoro e sulle tecniche e, perché no, raccontarvi un po’ di me.

Non ho fatto studi artistici, come molti credono, ho invece una formazione accademica classica, all’Università ho scelto Lettere Moderne e per molti anni ho lavorato come amministrativa nell’azienda di famiglia: niente di più lontano da occupo il mio tempo oggi!

La verità è che la mia anima creativa, come anche la mia manualità, affonda le sue radici profonde negli anni della mia adolescenza: figlia di una sarta di talento, dallo stile ricercato, elegante e sofisticato, ho avuto la fortuna di vivere naturalmente in un ambiente creativo. Nel laboratorio di mia madre, ho imparato la disciplina, il rigore, la perseveranza nel lavoro; la mia immaginazione ha potuto esercitarsi con l’uso dei colori e del loro abbinamento, ho sviluppato la mia predisposizione al disegno, realizzando bozzetti di abiti.

Tant’è che oggi, mia madre, ancora non si spiega perché mi sia dedicata ai gioielli e non agli abiti… ma mai dire mai!

Credo di essere fortunata: sono un’artigiana e una creativa, sono particolarmente sensibile, molto attenta a quello che vedo, anche per caso. La mia mente è sempre in movimento, a volte penso di avere una mente creativa “logorroica”, non sta mai zitta, ha sempre un’idea da spiegarmi, un disegno da buttare giù ed uno degli sforzi più grandi che faccio su me stessa è arginare il fiume in piena dei miei pensieri!

È pur vero che proprio questa parte di me, curiosa, sempre con lo zaino in spalla alla ricerca di “terre” creative sconosciute, mi ha portato a scoprire la resina. Dopo aver scoperto la mia passione per i gioielli, ho quasi subito abbandonato la via classica delle pietre, la noia arrivò velocemente… dovevo poter realizzare qualcosa di diverso, di inusuale. Così è cominciato un periodo di studio e di ricerca sulle tecniche per realizzare gioielli artigianali. Non ho avuto maestri ma solo le mie compagne più fedeli: testardaggine e perseveranza.

Alleate preziose, per chi come me, a digiuno di nozioni tecniche sulla resina, si accingeva per la prima volta a sperimentare. Non è inutile dirvi che, per quanto sia stata subito rapita dalla resina, sin dalle prime volte mi è stato chiaro che era, ed è, una materia difficile da lavorare, soprattutto per gli standard che mi ero prefissata. Eppure, l’enorme potenziale creativo e applicativo che porta in sé mi ha convinto a non mollare e a chi spesso mi chiede come riesca ad ottenere tali risultati, rispondo che è frutto di un lavoro lungo, intenso e soprattutto costante, che mi ha permesso di coglierne i segreti della lavorazione.

Se mi guardo indietro, dico “quanti macelli!”. Sono riuscita a imbrattare con la resina qualsiasi cosa, e vi assicuro che non è piacevole, perché se malauguratamente finisce dove non dovrebbe… non la togli più! E la mia casa, dove c’era il mio primo “covo” da alchimista, ancora porta i segni della lotta con la resina.

Nonostante le battaglie, confermo che tra noi due… è stato amore a prima vista!

Ricordo ancora il primo esperimento: una foglia in resina trasparente con dei piccoli fiori secchi bianchi, e l’ansia dell’attesa! Il risultato, infatti, lo puoi vedere solo dopo almeno 24 ore oggi, ma all’epoca stavo sperimentando con una resina che catalizzava in 72 ore!!! Lo stupore, quando ho finalmente preso tra le mani quella piccola meraviglia! Da allora siamo diventate inseparabili! E nel corso degli anni, ho cominciato a usarla con diverse tecniche.

Se mi chiedete quale sia la mia preferita non so rispondere, sono ciascuna la preferita di una delle mie tecniche creative:

La linea contemporanea è la prediletta della pittrice che è in me (la mia vita ha sperimentato anche il periodo dei pennelli e delle tempere!) perché uso la resina colorandola e usandola un po’ come fanno gli artisti di pittura fluida;

La mia anima accademica predilige, invece, le linee con le stampe su cui colo la resina trasparente: grazie a questa esprimo l’amore che provo per la letteratura, la ricerca di simboli, la narrazione di una storia attraverso un immagine;

La tecnica Soutache invece, è la prescelta della parte “Couture”, quella della mia adolescenza trascorsa tra tessuti, con in mano ago e filo con la mia unica maestra: mia madre.

Scrivendo quest’articolo ho scoperto la mia capacità di incanalare le mie ispirazioni nella creazione di gioielli, cosa che a quanto pare mi riesce meglio, altrimenti potreste definirmi: pittrice negata quando realizzo pietre come quadri astratti contemporanei; scrittrice anomala quando racconto storie di emozioni in un piccolo gioiello; sarta inespressa quando ricamo le pietre insieme alle mie favole.

Ogni Linea delle mie creazioni, tanto diverse tra di loro… rispondono a quella che io sono: una disordinata creativa asimmetrica!

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