Il lontano oriente e l’affascinate figura della geisha ispirano i miei gioielli artigianali

Ho voluto riportare l’Oriente nella mia bottega, tra resina, soutache e gioielli artigianali.

Da sempre petali rosa di alberi di ciliegio in fiore, sale da tè e vecchi santuari incorniciati da paesaggi pittoreschi suscitano in me pensieri ed emozioni, riportandomi in un tempo lontanissimo.

Un tempo in cui “il moderno” non esisteva e l’occidente era sconosciuto.

In quel periodo, ben focalizzato nella mia mente, nasceva e si radicava nella cultura nipponica una figura divenuta simbolo del Giappone: la geisha.

Inizialmente, per quanto può sembrare bizzarro, le prime figure erano uomini!

Ebbene sì! Gli uomini avevano l’arduo compito di allietare con maestria le classi più alte della società.

Col passare del tempo però, la grazia e l’armonia del corpo femminile presero il sopravvento, sostituendosi completamente ad essi.

La geisha, prima di diventare tale, aveva un lungo cammino da intraprendere, affinché la sua arte fosse impeccabile.

Il percorso iniziava in tenera età, quando la fanciulla presso l’okiya (casa che l’ ospitava fino a diventare una vera professionista) sotto l’ala protettrice della sua oka-san, nonché proprietaria della casa, attraversava varie fasi, alcune delle quali mettevano a dura prova la sua resistenza.

La fase più dura era proprio quella iniziale, in cui l’apprendista (shikomi) aveva un ruolo da domestica.

Solo qualora fosse ritenuto opportuno, iniziava già a frequentare le lezioni che l’avrebbero portata ad imparare l’arte del canto, della danza, della poesia e della letteratura, della calligrafia… insomma tutto ciò che un domani sarebbe stato indispensabile ad intrattenere uomini facoltosi.

Successivamente, divenuta minarai, alla ragazza spettava il compito piuttosto complesso, ma fondamentale, di apprendere il modo di indossare il kimono e l’abilità di intrattenere i clienti senza però prendere parte all’intrattenimento stesso, il tutto guidata dalle più esperte.

A seguire il terzo step, quello della maiko, passo che precedeva il raggiungimento del tanto atteso e sudato obiettivo: essere una geisha.

Durante questa fase finale, l’apprendista veniva affidata ad una “sorella maggiore” per seguirla in tutti i suoi impegni ed apprendere appieno l’arte della conversazione, arte che non era insegnata tra i banchi di scuola.

Finita quest’ultima fase, alle volte piuttosto lunga, era stata “forgiata” una nuova geisha, la quale doveva scegliere il nome che da lì in poi l’avrebbe accompagnata nella sua nuova vita.

In un’epoca in cui tutto ciò è sempre più lontano e la geisha, figura tanto affascinante quanto misteriosa, sta pian piano scomparendo, fino a diventare solo un ricordo, ho voluto rendere omaggio ad un mondo quasi fiabesco.

Con i gioielli artigianali della collezione Oriente ho cercato di riportare i dettagli che rendono quel mondo così speciale, per chi come me, ama quella parte di storia e vuole viverla, portandola con sé ancora e ancora…

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